OrientaMI #festivaldellorienteamilano
MILANO FIERA CITY, 4 febbraio 2018 ore 18.00, domenica
l'impatto con la mostra orientale è strano, mi sembra un mercato grande e caotico.
Faccio fatica a trovare un ordine, tante le cose assemblate male che mi passano davanti.
Una volta immersa nell'atmosfera FIERA cerco gli stand più originali e a tema, ma un sentimento di delusione mi pervade, non ho ancora visitato ma ho come l'impressione di non trovare nulla di nuovo.
Mi sembra nient'altro che una delle tante sfumature della Milano di oggi, di certo in una misura tascabile e più disordinata, ma ha davvero quella faccia.
Culture di tutto il mondo asiatico, varietà, tradizione misti a occidente, sembra il mondo dell'occidentalis karma come direbbe Gabbani, SEMBRA, ma in realtà il "verso" sono loro a farlo a noi.
Canticchio la canzone, scatto qualche foto alle maschere giapponesi dipinte a mano, ai bonsai e ai samurai.
Mi imbatto in un patetico spettacolo di magia, e il mio animo per fortuna si riaccende grazie ad uno spettacolo dei Kuhkh Mongol, bravi e da brividi. La visita si alterna tra momenti di interesse e partecipazione e momenti di totale noia.
Mi chiedo il perchè degli stand del Senegal, e di altri articoli più italiani che asiatici.
Non ci passo più di due ore, vorrei comprare un bel pigiama cinese in seta ma in questo stand che ha roba di qualità non hanno il POSS, e io non ho contanti, dicono che c'è un bancomat ma non da più soldi per il sovraffollamento. Mi viene fame, vorrei mangiare qualcosa ma fare la fila per poi scoprire che non posso pagare mi seccherebbe. Quindi vado via, un po' delusa, un po' animata.
Animata perchè un giorno viaggerò in ASIA e la mia indole di giapponesina mancata sfatata da qualche stand mal organizzato si ricrederà , e la stima e l'ammirazione che nutro verso queste culture torneranno in auge, delusa perchè mi rendo conto che il festival dell'oriente non è nient'altro che quello che NOI OCCIDENTALI abbiamo voluto creare.
